giu 21 2015
Il rapporto annuale dell’UNHCR: sono quasi 60 milioni le persone in fuga
Cresce rapidamente il numero complessivo dei migranti forzati nel mondo. Il nuovo rapporto annuale dell’UNHCR Global Trends riporta una forte escalation del numero di persone costrette a fuggire dalle loro case, con 59,5 milioni di migranti forzati alla fine del 2014. L’incremento rispetto al 2013 è stato il più alto mai registrato in un solo anno.
Negli ultimi cinque anni, sono scoppiati o si sono riattivati almeno 15 conflitti: otto in Africa (Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Libia, Mali, nord-est della Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e quest’anno Burundi); tre in Medio Oriente (Siria, Iraq e Yemen); uno in Europa (Ucraina) e tre in Asia (Kirghizistan, e diverse aree del Myanmar e del Pakistan). Solo poche di queste crisi possono dirsi risolte e la maggior parte di esse continuano a generare nuovi esodi forzati. Nel 2014 solamente 126.800 rifugiati hanno potuto fare ritorno nei loro paesi d’origine, il numero più basso in 31 anni. Nel frattempo, durano da decenni le condizioni di instabilità e conflitto in Afghanistan, Somalia e in altri paesi, e ciò implica che milioni di persone provenienti da questi luoghi continuano a spostarsi o – come si verifica sempre più spesso – rimangono confinate per anni nelle periferie della società, nella paralizzante incertezza di essere degli sfollati interni o dei rifugiati a lungo termine.
Tra le conseguenze più recenti e ben visibili dei conflitti in corso nel mondo e delle terribili sofferenze che provocano può essere indicata la drammatica crescita del numero di rifugiati che per cercare sicurezza intraprendono pericolosi viaggi in mare, nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso, oltre che nel sud est asiatico.
A livello globale la Siria è il paese da cui ha origine il maggior numero sia di sfollati interni (7,6 milioni) che di rifugiati (3.880.000 alla fine del 2014). L’Afghanistan (2.590.000) e la Somalia (1,1 milioni) si classificano al secondo e al terzo posto.
Anche nel contesto di una forte crescita nel numero di migranti forzati, la distribuzione globale dei rifugiati resta fortemente sbilanciata verso le nazioni meno ricche, mentre le più ricche risultano interessate in misura inferiore.Quasi 9 rifugiati su 10 (86 per cento) si trovavano in regioni e paesi considerati economicamente meno sviluppati.
By Gaia Garofalo • News •
giu 16 2015
Festa del Centro Astalli: un successo GRAZIE a voi
Il cortile pieno di gente, nell’aria odori speziati, i colori nei piatti e il mondo sul palato. L’hennè di Nila marchiato sulla pelle degli ospiti, la simpatia di Andrea, la carica di Alessia sul palco, l’allegria di Agata che dopo una settimana di lavoro in cucina si gode la festa ballando spensierata, Samuel e i suoi selfie, lo sguardo attento di Emanuele; Noemi, Daniel, le due Laura, Giuliana, Alessandra, Manuela e Lia che distribuiscono le gustose pietanze agli ospiti; Amish e Shapour, gli amici di sempre; Alice, Maria Grazia e Maria Vittoria, le ragazze dell’infopoint; Gianni, le due Valentina e Giulia, quelli del bar dell’Astalli; Alessandro, Gianfranco, Emilio, Etienne e Lucilla, la nostra “security”; Salvo il nostro tecnico di luci, palco, regia, proiettore; I fantastici artisti che hanno animato la serata; Andy e Sofian e non c’è bisogno di aggiungere altro. Da tutta l’équipe dei volontari, grazie a chi ha partecipato alla festa del Centro Astalli, a chi ha mangiato, bevuto e si è divertito con noi. A chi ha donato il suo tempo e il suo denaro a sostegno della attività del Centro. A chi ha vissuto, durante tutta la serata, un pezzettino del nostro lavoro. E un grazie ai nostri sponsor Cral Unipa, L’angolo Ottico, Tecnica Sport e l’agenzia di comunicazione Feedback che hanno contribuito a rendere realizzabile la festa e messo a disposizione i premi per il sorteggio.
Circa 400 persone presenti hanno partecipato e contribuito alla raccolta fondi che serviranno al Centro per affrontare le spese di gestione dei locali e continuare a fornire i suoi servizi a chi ne ha bisogno. In un periodo difficile come questo, in cui la situazione dei migranti e dei profughi scatena sentimenti di astio o totale indifferenza, la vostra presenza ci conferma che Palermo, invece, va controcorrente, che è attenta e sensibile e che fare Accoglienza – sì, quella vera con la “A” maiuscola – è realmente possibile, GRAZIE A VOI (e un po’ pure a Noi).
By Gaia Garofalo • Eventi •
giu 16 2015
“Una casa lontano da casa”
“Una casa lontano da casa”: non è l’incipit di uno scioglilingua, ma una magnifica iniziativa “edilizia” fatta di mattoni di solidarietà e calce a base di attiva collaborazione professionale fra il Comune di Palermo, il Centro Studi e Ricerche “G. Arnao” ed il Centro Astalli di Palermo. Si tratta di un progetto sociale la cui realizzazione, conclusasi positivamente nei mesi appena trascorsi, si è avvalsa del Fondo per l’inclusione sociale dei migranti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Prevenire i fenomeni di marginalità abitativa e di discriminazione che precludono l’accesso dei destinatari finali del progetto all’abitazione, realizzato attraverso una proficua partnership con a capofila il Centro Astalli, è stato l’obiettivo principale dell’iniziativa che ha avuto il suo avvio con lo svolgimento di una ricerca, a cura del Centro Arnao, sulla situazione degli alloggi nel territorio provinciale della città di Palermo e di uno studio di benchmarking sull’accoglienza e la gestione degli alloggi sul territorio nazionale.
La realizzazione dell’iniziativa è proseguita con un corso di formazione itinerante per operatori sociali dal titolo “In viaggio nel viaggio dell’immigrazione” che ha riscosso molto successo soprattutto, ma non solo, tra assistenti sociali del Settore Servizi Socio-Assistenziali del Comune, e tra responsabili e collaboratori delle Comunità per minori la cui capienza, in seguito alla numerosità degli sbarchi è stata ampliata per ospitare persone immigrate. Il corso è stato occasione di confronto su temi di scottante attualità, quali i recenti sviluppi legislativi nel campo, gli aspetti educativi nell’assistenza dell’utenza immigrata, la mediazione interculturale nelle sue varie sfaccettature, le varie tipologie di struttura d’assistenza ecc., introdotti e argomentati da figure illustri con pluriennale esperienza nel settore, quali il Prof. Fulvio Vassallo Paleologo, la D.ssa Laura Purpura, il Dott. Vincenzo Pecoraro, la D.ssa Emma Perricone.
La novità nella modalità metodologica adottata, quella dell’itineranza per favorire ai partecipanti la conoscenza diretta di posti cruciali dell’assistenza agli immigrati, quali lo Sprar Ordinario di via La Loggia, la Consulta delle Culture in via Alloro, il Centro Astalli.
Infine, tra le attività realizzate nell’ambito del progetto, non minore importanza riveste lo Sportello Casa, messo a disposizione di utenti con disagio a carattere abitativo.
In un momento storico molto delicato in cui, da una parte, il reperimento di un alloggio è difficile per ragioni di prezzo ma anche di disponibilità di appartamenti e di proprietari e, dall’altra parte, sono numerosi gli sbarchi degli stranieri sulle coste siciliane, uno degli output di risultato di Una casa lontano da casa, di sicuro uno dei più evidentemente utili, è stata l’apertura di un Servizio di protezione ed assistenza per richiedenti asilo e rifugiati, recentemente inaugurato alla presenza delle autorità. E’ ubicato nei locali attigui al Centro Astalli, anche quest’ultimo recentemente rimesso a nuovo, di piazza Ss. 40 Martiri del Casalotto, in una parte dell’antico Palazzo Marchesi nel quartiere di Ballarò, ed è atto ad ospitare fino a trenta persone.
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giu 16 2015
Giornata Mondiale del Rifugiato: il seminario a Palazzo Cefalà
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita con la risoluzione n.55/76 e adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000, l’Amministrazione Comunale promuove un evento per informare e sensibilizzare la cittadinanza sul tema del diritto di asilo, condividere e confrontarsi sulle attività ed i servizi attivati in città.
A tal fine, l’Assessorato alla Cittadinanza Sociale invita la cittadinanza a partecipare al Seminario “Io sono in Italia – Percorsi di vita: l’accoglienza nello SPRAR” che si terrà il 19 giugno 2015, dalle ore 9.00 alle ore 13.30, presso le ex Scuderie di Palazzo Cefalà’, sito in Vicolo Sciara (angolo via Alloro).
In Italia è attivo dal 2001 il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) che è composto dalla rete degli Enti locali che, con il prezioso contributo delle realtà del Terzo Settore, realizzano interventi di accoglienza per quanti arrivano sul nostro territorio in cerca di protezione internazionale.
A Palermo il progetto territoriale di accoglienza è attivo dal 1 febbraio 2014 ed è realizzato dal Comune di Palermo insieme a: Centro Astalli Palermo; Cooperativa Sociale “Apriti Cuore” onlus; CRESM; Cooperativa Sociale “Insieme”onlus; Istituto Don Calabria; Cooperativa Sociale “Badia Grande”; Cooperativa Sociale “Sviluppo Solidale”, Consorzio Sol.Co, mettendo a disposizione dello SPRAR n. 142 posti di accoglienza, destinati ad adulti, minori e disabili.
By Gaia Garofalo • Eventi •
lug 1 2015
I’m sorry
I’m sorry. Prima di vederlo riconosciamo la sua voce, cavernosa come quella di Mario Biondi. I’m sorry. E sappiamo che è lui.
I’m sorry, ormai tutti lo chiamiamo così. Viene dal Senegal, ride sempre, ma a volte si arrabbia spaventosamente. I’m sorry. E’ il suo intercalare continuo, che scandisce ogni frase. Probabilmente dà il tempo alla sua vita. Parla benissimo in italiano, con proprietà di linguaggio. E ironia. I’m sorry. Dice di conoscere sette lingue, ed è vero; parla con chiunque entri e tutti lo comprendono. I’m sorry. Era, anzi è, un ingegnere informatico. Almeno così dice, e deve essere vero. I’m sorry. E’ musulmano e ha sempre una frase del Corano per ogni situazione. I’m sorry. Quando arriva mette il buonumore con le sue performance: canta, si muove ballando e ci prende in giro. E svela profonde verità. I’m sorry. Molti dicono che prima non era così, almeno prima dell’incidente. Racconta di essere rimasto due settimane in coma. I’m sorry. E’ un rifugiato. Ha un impermeabile chiaro, due paia di pantaloni uno sull’altro. E infradito. I’m sorry. Viene a chiedere sempre spazzolino e dentifricio. E scarpe. I’m sorry. Ne ha prese un paio venerdì. Oggi ha di nuovo le infradito. I’m sorry. Arriva quando è chiuso e vuole fare la doccia, e ancora scarpe. Gli chiediamo come mai, se le ha avute due giorni addietro. I’m sorry. Ride. Canta. Ha una voce melodiosa. E accenna un passo di danza. I’m sorry: vivo per strada, me le rubano. E ride. Ma non di un riso stupido. Mamma, ti posso chiamare mamma? O preferisci cognata. Tuo marito è musulmano. I’m sorry. Pronucia in arabo una sura del Corano e me la traduce: Dio ha detto che sono tutti fratelli coloro che credono nello stesso Dio. Hai del latte? Oggi non ho mangiato. Gli do della rosticceria senza prosciutto che avevo portato per loro. Mi chiede venti centesimi per comprare l’acqua. I’m sorry. Non possiamo dare denaro. Prendo una bottiglia dalla cucina. Mi guarda e ride: fuori fa freddo e anche l’acqua è fredda, di certo non mi scalda.I’m sorry, devo uscire. Non riesco a trattenere le lacrime. Mi chiedo quanto realmente sia fuori di testa e quanto si prenda e ci prenda in giro per non impazzire davvero. I’m sorry Abdul Fateh. Te lo dico a nome di tutti quelli che ti hanno fatto del male.
By Gaia Garofalo • Storie migranti •