Il Carnevale ivoriano a Palermo: i colori della tradizione e dell’integrazione

 

Dalla Costa D’Avorio a Palermo, il carnevale Baoulé ha riempito di colori, musica e gioia i cantieri culturali della Zisa. Donne, uomini e bambini vestiti con i costumi tradizionali, per celebrare una festa che arriva da lontano e che narra la storia di un popolo. «In Costa d’Avorio i festeggiamenti durano una settimana. Qui non abbiamo tutto questo tempo per festeggiare ma abbiamo provato, in una giornata, a raccontarvi cosa è per noi questa importante festa» ha spiegato il rappresentate della comunità Baoulé. Secondo la tradizione orale i Baoulé erano originariamente dei profughi dal Ghana che raggiunsero la Costa D’Avorio nel XVII secolo. Oggi rappresentano il 23% della popolazione ivoriana (circa 3.000.000 di persone). L’evento è stato organizzato dalla comunità Baoulé in collaborazione con l’UN.I.S. (Union des Ivoriens en Sicile) e il consolato ivoriano. Per l’occasione sono stati invitati tutti i rappresentanti dei vari gruppi etnici ivoriani e soprattutto i primi migranti arrivati in Italia negli anni Novanta. «Questa è una grande festa multietnica – ci racconta il presidente dell’UN.I.S. Lucien Aka Kouamé – abbiamo scelto di avere due presentatori, uno italiano e uno ivoriano e poi di ospitare musicisti palermitani. Insieme suoniamo musiche tradizionali ivoriane e musiche tradizionali italiane. Questo è il nostro modo di rappresentare la nostra integrazione. L’Italia è la terra che ci ha accolti». I festeggiamenti sono stati aperti con la musica tradizionale Baoulé suonata però da un gruppo di musicisti palermitani. La musica ha annunciato l’uscita della regina, accompagnata da un corteo di danzatori e da spettacoli di fuoco.  I corpi, avvolti nei coloratissimi kità[1], si muovevano a ritmo delle percussioni, e in sottofondo l’urlo, che sembrava quello di battaglia, delle donne dal pubblico. Gli ivoriani regalano così a Palermo un pezzo importante della loro esistenza. E alla fine della festa Mel, un ragazzo ivoriano, ci dice «Grazie per essere venuti, per avere sposato la nostra causa, per avere condiviso la nostra tradizione, per aver portato altra gente con voi e avere fatto conoscere un pezzo della nostra cultura».

[1] Vestito tradizionale realizzato a telaio con omonimo tessuto tipicamente ivoriano