ott 2 2017
Volontariato insieme – il corso di formazione di Astalli, AS.VO.PE. e Telefono Amico
Si svolgerà dal 24 al 28 ottobre il corso di formazione organizzato da Centro Astalli Palermo, AS.VO.PE. (Associazione di Volontariato Penitenziario – Onlus) e Telefono Amico, per volontari che vogliono occuparsi di ascolto, immigrazione e sistema penitenziario. Il corso si svolgerà presso la sala Lojola dell’istituto “Gonzaga”
By Gaia Garofalo • News •
set 27 2017
10.000 nuclei familiari assistiti
Di recente il Centro Astalli ha consegnato la tessera numero 10.001. Tra utenti registrati e quelli che sono venuti solo di passaggio, il Centro ha assistito più di diecimila persone, dal 2006 a oggi. Condividiamo con voi il pensiero di Dina, volontaria responsabile del coordinamento dei servizi
«È con un pizzico di emozione (e di soddisfazione) che ho incontrato lo sguardo di M., l’utente nigeriano a cui Maricetta Cricchio ha consegnato la tessera n.10.001 e con la stessa emozione -soddisfazione voglio condividere con voi l’evento.
Era il 7 novembre 2006 quando Rosalba Benfratello ha consegnato la prima tessera, la n. 001, a P.
Da allora 10.000 e più utenti o nuclei familiari (oltre gli immigrati di passaggio a cui non abbiamo dato la Tessera) si sono rivolti a noi, a noi hanno chiesto aiuto di ogni genere, a noi hanno confidato le loro pene e il loro disagio di immigrati.
Spesso abbiamo soddisfatto i loro desideri e/o bisogni; spesso li abbiamo delusi e abbiamo vissuto il senso di impotenza e di frustrazione ma siamo consapevoli di essere stati sempre un loro punto di riferimento.
È stato un lavoro facile? No, assolutamente no. Ogni singolo giorno ha presentato problemi diversi.
Ci siamo scoraggiati? Si, ma per poco tempo, poi abbiamo ripreso con alacrità insieme, in condivisione.
A voi che mi leggete chiedo di condividere il nostro lavoro, di aiutarci dandoci almeno la vostra simpatia»
By Gaia Garofalo • News •
set 22 2017
«Grazie di cuore!» la lettera di Marta al Centro Astalli
Questa email ci è arrivata qualche giorno fa da Marta, un ragazza che quest estate ha svolto un’esperienza di volontariato presso la nostra sede operativa. Le sue parole ci hanno emozionato e ci stimolano, ancora di più, a fare ciò che facciamo ogni giorno.
«Buon pomeriggio Alfonso, Emanuele, Emilio e Simona..insomma buon pomeriggio Astalli!
Sono a casa da poco più di ventiquattro ore e Palermo già mi manca, soprattutto quando guardo dalla finestra e, invece che il cielo caldo e terso, non vedo altro che nuvole grigie e cariche di pioggia.
A questo si aggiunge una relazione complicata con quella che, pur definendo casa, non riconosco come tale, dopo anni in giro per il mondo.
Curioso, invece, come fin da subito abbia identificato come casa lo SPRAR.
Mi viene, infatti, da dire che quella, di casa, mi manca.
Questa premessa è per dirvi grazie, di cuore!
Grazie, prima di tutto, per avermi offerto la possibilità di conoscere da vicino e di vivere da dentro la realtà del Centro Astalli, una realtà che ho scoperto leggendo “Io sono con te” di Mazzucco e che fin da subito mi ha fatta appassionare e che ho sognato come un desiderio da realizzare da grande. E, invece, mi ritrovo già sveglia, con un sogno che, troppo veloce, è diventato realtà.
Grazie per l’alloggio. Mi sposto spesso e quando sono a casa la sensazione di stabilità mi sta stretta. Tante volte mi chiedo se e dove sia un posto che possa riconoscere come casa. Nel frattempo, però, ovunque vada, un tetto e un letto, shelter insomma, li ho, sempre. Chi ho incontrato lì, invece, non li ha, non sempre. Parole ascoltate e scambiate mi stanno facendo interrogare su cosa sia in fondo casa. Penso continuamente a quanti conosciuti lì so non avere una casa, dormire per strada o nei dormitori. La casa dove posso stare| Io voglio andare a casa| La casa dov’è?, dice una canzone.
Grazie per la colazione. Mi è stato chiesto una volta, durante queste settimane, “Perché mangi?” – “Per abitudine”, ho risposto. Io ho davvero fame? Io non conosco la fame e non posso neanche immaginare cosa sia avere fame, quella di quando non si ha da mangiare. La distribuzione della colazione è stata per me uno dei momenti più belli durante queste settimane: cibo, condivisione, dono, servizio. Morante scrive: La frase d’amore più vera, l’unica è: “Hai mangiato?”.
Grazie per l’accoglienza. L’accoglienza, il luogo e il tempo dell’altro e per l’altro, quello in cui ho incontrato una realtà che mai fino ad ora avevo chiamato per nome, di cui avevo stretto le mani, di cui avevo ascoltato storie, a cui avevo sorriso. L’accoglienza è l’altro, quell’altro che a volte incuriosisce e a volte fa paura, quell’altro senza il quale noi non saremmo. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?” “E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami”, racconta la più bella storia di tutti i tempi per bambini e per quelli che lo sono stati una volta.
Grazie per la doccia. Non ho mai pulito cosi tanti bagni come in queste due settimane, eppure invece che lamentarmi anche questo mi è piaciuto. Ancora una volta la casa e te stesso. Corporalità, intimità, umiltà. Riflettere sulla dignità.
Grazie per il bazar. Il mercato, spazio e tempo di incontro, scontro, scambio in ogni cultura. Lì dove nella diversità si è tutti uguali. Come il cibo, la casa, qualcosa di essenziale. Qualcosa che traccia il limite tra me e te.
Grazie per l’ambulatorio. Nascondere le lacrime per l’emozione di un battito nel ventre materno e quelle per le ferite silenziose di chi ha vissuto l’inferno. La passione per una cura che cura.
Grazie, di cuore, per queste parole confuse, frutto di tante emozioni che ancora mi riempiono testa e cuore. In queste due settimane ho sperimentato la “sacra incarnazione della vita” citando Recalcati.
Spero le nostre strade si incontrino di nuovo, presto.
Marta »
By Gaia Garofalo • News •
set 15 2017
«Ciao Dawda, grazie per i tuoi sorrisi, la tua forza, il tuo esempio». Il ricordo di volontari e operatori
Dawda era un gigante fragile come un bicchiere di cristallo. Un cancro al fegato lo rendeva vulnerabile anche ad uno spiffero d’aria. Dawda teneva sempre gli occhi aperti a metà, in cui si poteva leggere quel dolore mordente che non lo lasciava mai; li chiudeva quando quel dolore diventava intenso ed insopportabile. Se gli chiedevi «Come stai ?», Dawda rispondeva sempre e nonostante tutto «bene» e se diceva «così così» quel giorno non era sicuramente un buon giorno per lui. Malato e lontano da casa e nonostante tutto non si è mai buttato via. Ha combattuto la sua battaglia fino all’ultimo, tra chemio e terapie sperimentali e anche quando i medici hanno allargato le braccia lui non si è arreso, perchè anche con un male bastardo dentro, lui ha continuato a mettersi in gioco ad amare quella vita così aspra, così amara.
Dawda era arrivato dal Gambia, accolto in un piccolo paese delle Madonie. Lì dopo dei controlli fatti in ospedale per frequenti dolori al fianco, gli era stata diagnosticata la patologia.
Un giorno avevano chiamato dalla struttura che lo ospitava, chiedendoci la possibilità di trasferirlo nella nostra struttura per potergli assicurare le cure e la vita dignitosa che loro non erano in grado di garantirgli. Da quel momento è partita la fervida attività dei volontari e operatori per occuparsi di lui e rendergli la sofferenza più lieve. Ma con Dawda era semplice, rideva sempre, diceva sempre grazie, si teneva attivo cercando di partecipare alle attività del centro, provava a non far parlare di lui solo in termini della sua malattina, lui non era quel cancro e se quello aveva attaccato il suo corpo, almeno non avrebbe scalfito la ua personalità, la sua anima, non sarebbe diventato la sua essenza. «Era un ragazzo speciale, si faceva voler bene da tutti», lo ricorda così Giovanni, l’operatore che durante la permanenza al Centro Astalli gli è stato più vicino.
Tra i meandri della medicina, si è fatto guidare da i nostri operatori, con la voglia di voler fare sempre qulcosa per lui, anche quando gli effetti della chemio erano devastanti, quando la bocca sapeva di fiele e il corpo sembrava non rispondere più ai suoi comandi, quando le mani sono diventate dure e callose e i piedi pieni di piaghe tanto da costringerlo a letto.
Quando non c’è stato più nulla da fare, i miedici hanno sospeso le terapie e quegli effetti collaterali, che lo avevano tormentato per mesi, erano scomparsi. Si sentiva più forte, tanto da voler ricominciare la sua vita al nord, grazie all’aiuto di un cugino che gli avrebbe trovato un lavoro. Sapeva che non sarebbe vissuto a lungo, gli era stato spiegato anche grazie all’aiuto di mediatori per essere sicuri che capisse davvero la sua situazione. Ma lui era così, finché non era constretto a letto c’era sempre qualcosa che poteva fare per sé stesso, per gli altri.
La situazione è peggiorata nel gioro di pochi giorni mentre si trovava dal cugino e quando forse ha realizzato che non sarebbe ancora vissuto per molto, ha espresso il desiderio di tornare in Gambia, a casa sua, insieme ai suoi affetti più cari: i genitori, i fratelli, la moglie. Il Centro Astalli lo ha aiutato a realizzare il suo ultimo desiderio. Arrivato a casa sua ci ha mandato questa foto (seduto al centro dell’immagine) e tutti ci siamo sentiti consolati di non saperlo solo ma abbracciato dalla sua famiglia.
Dawda è morto la notte del 13 agosto e il giorno dopo non è stato altro che un rimbalzare di messaggi tra i volontari, operatori e tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. A migliaia di chilometri di distanza si piange la sua morte e vive il suo ricordo.
By Gaia Garofalo • Storie migranti •
ago 25 2017
Corso di Formazione MSNA – Vulnerabilità e Potenzialità: Esperienze a Confronto
Il Centro Astalli Palermo è lieto di invitarvi al Corso di Formazione MSNA – Vulnerabilità e Potenzialità: Esperienze a Confronto che si terra’ a Palermo il 19 e 20 Ottobre 2017.
L’evento e’ stato promosso dal Centro Astalli Palermo e Trento in collaborazione con il Centro Astalli Catania e l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe – Centro Studi Sociali e l’Osservatorio Migrazioni e con il patrocinio delCentro Astalli – Jesuit Refugee Service (JRS) Italia e del Jesuit Social Network.
Ed e’ rivolto a 40 operatori e volontari coinvolti nell’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati. In allegato il programma e il razionale dell’evento.
Per le iscrizioni all’evento (gratuito) compilare, entro il 1 Ottobre, il seguente form: https://goo.gl/forms/Nq5fInkZSE8khki72
Per ulteriori informazioni contattare la segreteria organizzativa (Emanuele Cardella) 3881783574 – astallipa@libero.it
By Gaia Garofalo • News •
nov 7 2017
Il corso sui MSNA del Centro Astalli: un’occasione per tenere alta l’attenzione sulle vulnerabilità e potenzialità dei migranti e difendere i loro diritti che sono anche i nostri
By Gaia Garofalo • News •