Yasmine e sua figlia Falak sono state le prime due profughe siriane ad arrivare dal Libano in Italia con i corridoi umanitari, senza essere costrette ai “viaggi della morte” nel Mediterraneo. Un arrivo a cui seguirà nelle prossime ore quello della loro famiglia e, nel corso dell’anno, di un migliaio di altri profughi, in modo sicuro e legale. Alla realizzazione di questo canale hanno lavorato la Comunità di Sant’Egidio con la collaborazione della Federazione delle Chiese evangeliche e della Tavola Valdese.
L’accordo con il ministero degli Esteri e dell’Interno è stato firmato lo scorso 15 dicembre, ma l’apertura del canale è il frutto di un lungo lavoro. “A Yasmine e a sua figlia Falak – spiega Zucconi, uno dei responsabili del programma dei corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio – è stato riconosciuto un visto umanitario che però è valido solo per l’Italia. E così sarà anche per gli altri che verranno”.
Selezionati secondo un criterio di particolare vulnerabilità, le persone che giungeranno in Italia attraverso i canali umanitari saranno per lo più malati, donne in situazioni difficili, disabili, provando anche a mantenere insieme i nuclei familiari. Si tratta di persone che non sarebbero sopravvissute al viaggio e che hanno meno possibilità di altri di affrontarlo.
Questo progetto sperimentale dimostra a tutte le istituzioni nazionali ed europee che è possibile attivare canali umanitari sicuri per creare un alternativa legale al traffico di esseri umani ed evitare così la morte di migliaia di migranti forzati.
feb 5 2016
Si apre in Italia un corridoio umanitario per salvare i migranti.
Yasmine e sua figlia Falak sono state le prime due profughe siriane ad arrivare dal Libano in Italia con i corridoi umanitari, senza essere costrette ai “viaggi della morte” nel Mediterraneo. Un arrivo a cui seguirà nelle prossime ore quello della loro famiglia e, nel corso dell’anno, di un migliaio di altri profughi, in modo sicuro e legale. Alla realizzazione di questo canale hanno lavorato la Comunità di Sant’Egidio con la collaborazione della Federazione delle Chiese evangeliche e della Tavola Valdese.
L’accordo con il ministero degli Esteri e dell’Interno è stato firmato lo scorso 15 dicembre, ma l’apertura del canale è il frutto di un lungo lavoro. “A Yasmine e a sua figlia Falak – spiega Zucconi, uno dei responsabili del programma dei corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio – è stato riconosciuto un visto umanitario che però è valido solo per l’Italia. E così sarà anche per gli altri che verranno”.
Selezionati secondo un criterio di particolare vulnerabilità, le persone che giungeranno in Italia attraverso i canali umanitari saranno per lo più malati, donne in situazioni difficili, disabili, provando anche a mantenere insieme i nuclei familiari. Si tratta di persone che non sarebbero sopravvissute al viaggio e che hanno meno possibilità di altri di affrontarlo.
Questo progetto sperimentale dimostra a tutte le istituzioni nazionali ed europee che è possibile attivare canali umanitari sicuri per creare un alternativa legale al traffico di esseri umani ed evitare così la morte di migliaia di migranti forzati.