Ricorre oggi il 26°Anniversario dei diritti dell’infanzia. Centro Astalli Palermo: «socializzazione e apprendimento sono strumenti fondamentali contro la discriminazione dei bambini figli di immigrati»

 

Ricorre oggi la Giornata Mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il 20 novembre del 1989 venne approvata, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, oggi riconosciuta da 194 Stati. La Convenzione è stata la prima, a livello internazionale, a riconoscere i bambini come soggetti di diritti, proponendo una nuova consapevolezza sul valore dell’infanzia. «Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per agevolare il recupero fisico e psicologico e il reinserimento sociale di ogni fanciullo vittima di ogni forma di negligenza, di sfruttamento o di maltrattamenti; di torture o di ogni altra forma di pena o di trattamenti crudeli, inumani o degradanti, o di un conflitto armato. Tale recupero e reinserimento devono svolgersi in condizioni tali da favorire la salute, il rispetto della propria persona e la dignità del fanciullo», recita così la convenzione all’art. 39, riconoscendo ai bambini il diritto alla protezione in caso di guerra. Dall’inizio del 2014 a oggi circa 30 milioni di bambini hanno lasciato le proprie case a causa di guerre, violenze e persecuzioni. Oltre due milioni di bambini siriani hanno trovato riparo in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia. In Iraq, 1,3 milioni di bambini sono sfollati. Nello Yemen, 2,3 milioni di bambini sono sfollati e 573 sono stati uccisi negli ultimi 6 mesi di conflitto. Nel Sud Sudan più di un milione di bambini sono stati sfollati a causa del conflitto. E tra Nigeria, Camerun, Niger e Ciad, 1,4 milioni di bambini sono stati costretti a lasciare il loro paese a causa delle azioni del gruppo armato di Boko Haram. Per questo in occasione della ventiseiesimo anniversario dell’approvazione della Carta, l’UNICEF ha lanciato la petizione “Indigniamoci!” per la tutela dei diritti dei bambini migranti e rifugiati.

 

Abbandonare il proprio paese e reinserirsi in un contesto totalmente nuovo può rappresentare un evento destabilizzante per un bambino. L’inserimento nel sistema scolastico dell’obbligo senza gli strumenti linguistici per la comunicazione di base, spesso rende i bambini migranti oggetto di discriminazione e di emarginazione all’interno delle classi. Per questo il Centro Astalli Palermo offre ai bambini figli di migranti la possibilità di seguire ogni giorno il doposcuola. Si tratta di un servizio che nasce con lo scopo di aiutare i ragazzi nello svolgimento dei compiti scolastici attraverso la presenza di tutor che li supportino nello studio e gli insegnino anche un metodo di apprendimento efficace. Spesso, infatti, questi ragazzi presentano delle difficoltà linguistiche e di comprensione che vanno al di là degli eventuali problemi nello stare al passo con i programmi scolastici. Alcuni non conoscono la lingua italiana perché arrivati da poco nel nostro paese, e con loro si fa un lavoro in primis di alfabetizzazione.

Il giovedì è previsto un laboratorio creativo con materiali di scarto o di riciclo come la cartapesta per sviluppare nei bambini le loro capacità manuali e prensili.

Convinti che l’apprendimento e la socializzazione tra pari siano fondamentali e proficui, alcuni dei nostri tutor sono stati scelti tra studenti dei licei Gonzaga e Benedetto Croce e di Palermo.