Presentato il “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia”

 

È stato presentato oggi presso il Ministero dell’Interno il “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia“, realizzato dal Gruppo di studio promosso dal Sottosegretario all’Interno Domenico Manzione e dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno. Il rapporto, che presenta dati aggiornati al 10 ottobre 2015, descrive e valuta le misure messe in campo per far fronte all’importante aumento dei flussi migratori riscontrato nel nostro Paese dal 2014.

Nel suo intervento durante la conferenza, il Capo Dipartimento Mario Morcone ha fatto alcune sottolineature rispetto alle prospettive future, anche alla luce dell’attuazione in Italia dell’Agenda Europea per l’immigrazione. Ha ribadito la necessità e l’urgenza di privilegiare l’accoglienza diffusa e il modello SPRAR rispetto al grandi centri governativi e alle misure emergenziali e, rispetto al delicato tema del cosiddetto “approccio hotspot” proposto dall’Unione Europea, ha richiamato al pieno rispetto del diritto d’asilo così come previsto anche dalla nostra Costituzione. L’implementazione del piano di ricollocazione non si deve in alcun modo tradurre in un arretramento sul piano dei diritti: il sistema di asilo deve prevedere per ciascun migrante piene garanzie procedurali e trasparenza. Un’ultima considerazione del Capo Dipartimento riguarda il Regolamento di Dublino, “ormai superato dalla storia”, come dimostra la tragedia che si sta consumando nei Balcani. Il Centro Astalli rileva con soddisfazione l’attenzione del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione rivolta ai diritti delle persone che arrivano e condivide la preoccupazione per il possibile impatto di alcune misure dell’Agenda Europea, anche a livello di comunicazione. Ci auguriamo che lo sforzo richiesto per realizzare le ultime misure europee non comprometta l’importante lavoro avviato per dotare l’Italia di un sistema di accoglienza flessibile ed efficiente, che non debba più ricorrere a misure emergenziali e possa sostenere i rifugiati nel loro percorso di integrazione.