La preghiera interreligiosa per la pace: la diversità che arricchisce

 

Tutte le religioni sono portatrici di un messaggio di pace e speranza. Lo hanno portato in piazza tutte le comunità religiose di Palermo, in una silenziosa marcia dove ognuno aveva la sua candela accesa simbolo del proprio impegno personale nella difesa, condivisione e divulgazione dei valori di pace, tolleranza e dignità umana. Non c’erano appartenenze e i cristiani pregavano come i musulmani, e i musulmani come gli ebrei, e gli ebrei come gli induisti e come i buddhisti e come i valdesi. Alla preghiera interreligiosa, c’erano tutti i rappresentanti delle comunità religiose delle città, c’erano le istituzioni, c’erano gli operatori delle associazioni che con la loro opera quotidiana fanno sì che pace, tolleranza, rispetto della dignità umana, non restino solo belle parole ma fanno in modo che un semplice atto di amore crei un flusso senza fine. E c’erano anche i nostri ragazzi con il loro fagotto di esperienze che sono la dimostrazione più viva di cosa succede nei luoghi in cui i diritti umani vengono calpestati. E allora si fugge. L’Italia è la meta di molte di quelle anime che scappano dagli orrori commessi anche in nome di Dio, delle religioni di cui vengono stravolti i significati, i simboli, le parole. Palermo è una città multietnica. L’immigrazione, il dialogo interculturale e interreligioso sono tra la sfide più importanti. Ma ieri, ancora una volta, Palermo ha dimostrato di essere una città accogliente e ognuno, ha preso l’impegno di accettare e convivere con il proprio vicino che ha un altro colore, un’altra religione, che parla un’altra lingua ma infondo dice le stesse identiche cose.

 

 

«La diversità arricchisce» è stato il concetto espresso più volte durante la manifestazione. La ricchezza della diversità ha brillato nella luce di tutte quelle candele, in piazza Pretoria in cui i rappresentanti delle comunità religiose hanno condiviso le loro preghiere o un pensiero che esprimesse pace, solidarietà, fratellanza, la condivisione di quanto più intimo abbia l’uomo, che è proprio la preghiera. Condivisione che si è materializzata nella benedizione e nella distribuzione del pane, preparato da coloro che vivono presso la Missione di Biagio Conte. Gli ultimi, gli stessi che spesso vengono relegati ai margini di queste società contemporanee consumiste e opulente, hanno preparato il pane per tutta quella gente in piazza. Intere pagnotte distribuite, spezzate e condivise con chi stava vicino.

Nei giorni del terrore Palermo risponde con un gesto che dimostra che convivenza e rispetto reciproco sono possibili, che l’odio e la paura dell’altro impoveriscono e ci fanno dimenticare di essere umani. Esistono armi più potenti delle bombe che sono il dialogo, l’istruzione e l’integrazione; non fanno vittime e ci insegnano che l’altro ci restituisce un’immagine nuova di noi stessi, che la sua prospettiva può migliorare anche la nostra, che è molto di più quello che ha da donarci piuttosto che ciò che potrebbe toglierci, che la sua diversità porta ricchezza e che condividere e molto meglio che competere.