“Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016”: le sfide che attendono l’Italia ed l’Europa nel 2017

L’ Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni, l’ Ufficio   per la Pastorale della Carità, l’Ufficio per la Pastorale dei Problemi sociali, Lavoro, Giustizia e Pace, in collaborazione col Centro Astalli Palermo e coll’associazione Arcobaleno di Popoli,  presentano mercoledì 25 gennaio, dalle 9:00 alle 14:00, presso l’aula magna “V. Li Donni” del dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Palermo il “Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016”: le sfide che attendono l’Italia ed l’Europa nel 2017.

A livello mondiale, nel 2015, circa 34mila persone al giorno sono state costrette a fuggire dalle loro case per l’acuirsi di conflitti e situazioni di crisi, ovvero una media di 24 persone al minuto. Si sono così contati, nel 2015,  oltre 65 milioni migranti forzati nel mondo, di cui 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo.

Si trovano in regioni in via di sviluppo i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati a livello mondiale. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno. In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell’Unione Europea. Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo. Sempre alla fine di ottobre 2016, sono arrivate in Italia 159.432 persone (+13% rispetto all’anno precedente), fra cui 19.429 minori non accompagnati (12,1%); alla stessa data in Italia 171.938 persone accolte in diverse strutture di accoglienza (CARA, CDA, CPSA, CAS, SPRAR).

Questo in estrema sintesi il quadro generale che ci restituisce il Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016 che sarà presentato a Palermo dai Centri diocesani per la pastorale delle migrazioni, della carità e lavoro.

Saranno evidenziati numeri e aspetti nuovi delle migrazioni forzate a livello regionale, nazionale, europeo ed internazionale. Commentando i dati sarà sottolineato come purtroppo sia evidente la crescita del numero delle accoglienze in strutture precarie e straordinarie (oltre il 300% in tre anni), mentre il numero delle persone richiedenti asilo e rifugiati negli SPRAR è aumentata solo del 20%: dati che chiedono di continuare un impegno di accoglienza diffusa e organica sul territorio nazionale, a tutela di un diritto fondamentale, quale è l’asilo.

Anche la situazione dei minori non accompagnati, quasi raddoppiati nel 2016  rispetto al 2015, vede ancora un’accoglienza in strutture straordinarie (12.000 su 14.000), inoltre concentrata sia nelle strutture straordinarie che negli SPRAR per i minori soprattutto in Sicilia  (ad esempio, 10 volte più che in Veneto e 5 volte più che in Lombardia) e in Calabria, con la crescita anche del numero degli irreperibili (almeno 8.000 nel 2016): un tema che chiede urgentemente  l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore della legge Zampa-Pollastrini.

I numeri evidenziano quanto sia sempre più urgente l’attuazione un sistema di accoglienza  organizzato, sostenibile e radicato sul territorio, per rispondere in modo efficace e proporzionato alla crescita della domanda di protezione internazionale nel nostro Paese. La direzione deve andare verso il rafforzamento e l’aumento del numero dei Comuni che aderiscono allo Sprar, l’unico sistema che garantisce una gestione pienamente trasparente delle misure di accoglienza, una diffusione delle strutture che rispetti criteri di proporzionalità con la popolazione residente e la costruzione di percorsi di condivisione con la cittadinanza e il mondo del terzo settore qualificato, tutti elementi imprescindibili per vincere la partita dell’accoglienza. Il comune impegno dei firmatari del Rapporto ha permesso di fare un importante passo in avanti in questo senso con due atti concreti: l’attivazione della clausola di salvaguardia, inserita nella direttiva ministeriale dello scorso ottobre, che rende esenti i Comuni della rete Sprar, o che intendano aderirvi ed il Piano di ripartizione nazionale, che ci auguriamo possa vedere la luce entro la fine dell’anno.

 Scarica qui il programma dell’incontro