La storia di Alphonce, quando un semplice atto d’amore crea un flusso senza fine

 

Alphonce Mgeni nasce il 9 marzo 1997 a Chamndindi, uno dei villaggi facenti parte della Missione  agrigentina di Ismani, nella regione di Iringa, sull’altopiano centrale della Tanzania.

E’ il primo di tre fratelli e conduce la normale vita di un bambino africano fino all’eta di circa 10 anni, quando in esito ad una banale febbre – ovviamente trascurata – contrae una infezione cardiaca, che comincia a compromettere sempre più gravemente il funzionamento del suo cuore.

Intanto, quando Alphonce ha 12 anni, i genitori si separano e ben presto lasciano il villaggio, portandosi dietro un figlio ciascuno; Alphonce rimane con la zia Rosimina, una sorella del padre che lo accoglie nella sua famiglia e lo alleva insieme ai suoi figli.

E’ sempre Rosimina che si fa carico della malattia di Alphonce e comincia a portarlo a visita da qualche medico africano. Ma le condizioni del ragazzo vanno sempre più peggiorando e nessuno dei dottori interpellati sa trovare un rimedio.

Disperata, nel 2011, Rosimina si rivolge ai medici “bianchi” della struttura di Nyumba Yetu (una casa famiglia per bambini orfani e sieropositivi adiacente alla Missione) e si affida alle loro cure.

Dopo un periodo di accertamenti in giro tra i centri medici più attrezzati della Tanzania, i medici comprendono la estrema gravità del problema e consigliano di effettuare immediatamente un delicato intervento cardiaco, per sostituire due delle valvole cardiache ormai completamente compromesse. Un tale intervento non è effettuabile in Tanzania.

Di concerto tra di loro, il Centro Astalli di Palermo e l’associazione Nyumba Yetu Onlus di Agrigento, riescono a far inserire Alphonce in un progetto di medicina umanitaria della Regione Sicilia.

E’ così che, accompagnato dalla zia, nel gennaio del 2012 Alphonce arriva a Palermo.

Chi l’ha visto in quella circostanza non potrà dimenticare mai l’impressione causata da questo “bambino” che si muoveva con le difficoltà di un vecchio seriamente ammalato e non riusciva a fare due passi senza andare in grave affanno…

Dall’ospedale dei bambini di Palermo, che si è preso in carico la sua gestione sanitaria, Alphonce viene trasferito al Centro Mediterraneo di Taormina, l’unica struttura siciliana che si occupa di cardiochirurgia pediatrica.

Data la sua giovane età, nella speranza di “guadagnare tempo” prima di inserire il ragazzino nella schiavitù della terapia anticoagulante, nel marzo ’12 ad Alphonce viene impiantata una valvola aortica biologica ed effettuata la plastica della sua mitralica. Si tratta di un intervento non definitavamente risolutivo, che si spera possa “durare” 4/5 anni e consentire ad Alphonce di raggiungere l’eta adulta prima di dover subire una radicale operazione cardiaca.

Il giorno del suo 15° compleanno, Alphonce viene dimesso dall’ospedale di Taormina e dopo pochi mesi di monitoraggio presso l’ospedale dei bambini di Palermo, ottiene l’autorizzazione a tornare alla sua vita ed al suo villaggio, con la prescrizione di un sistema di controllo cardiologico da effettuarsi periodicamente a Dar es Salaam (una delle maggiori città della Tanzania). 

Alphonce sembra avere recuparato una buona qualità di vita e condizioni di salute soddisfacenti; riprende a frequentare la scuola, sostiene gli esami finali della scuola primaria e viene ammesso al primo anno della scuola secondaria; dopo poco più di un anno e mezzo, però, le sue condizioni cardiologiche precipitano drasticamente.

Nel febbraio 2014 Alphonce è di nuovo in serio ed imminente pericolo di vita!

Si susseguono settimane di febbrile attività sia in Tanzania che in Italia in cui da un lato si cerca di recuperare una condizione di “normalità” che consenta ad Alphonce di affrontare il viaggio fino a Palermo e dall’altro si “combatte” con la burocrazia italiana per ottenere una nuova autorizzazione di medicina umanitaria e, conseguentemente, documenti e visti per l’ingresso in Italia. Finalmente, il 16 giungo 2014, Alphonce e Rosimina arrivano in Sicilia.

Dopo qualche settimana di ricovero pre-operatorio all’ospedale dei Bambini, Alphonce viene sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’IsMeTT di Palermo nel corso del quale gli vengono impiantate due valvole meccaniche.

Prima dell’intervento i medici sono chiari: se l’intervento riesce non è assolutamente pensabile che Alphonce faccia ritorno alle sue ordinarie condizioni di vita; “per sempre” dovrà restare sotto controllo medico e, soprattutto, “a vita” dovrà effettuare la terapia anticoagulante per mantenere la fluidità del sangue entro un range predefinito: un innalzamento o abbassamento di tale livello potrebbero essere ugualmente e rapidamente fatali.

L’alternativa a tale situazione sarebbe stata la morte certa in tempi anche molto veloci, date le condizioni disastrose ormai raggiunte dal suo cuore; pertanto, confidando nella Provvidenza, ciascuno per la sua parte, abbiamo dato il consenso all’operazione e il 17 luglio 2014 Alphonce è tornato in sala operatoria.

L’intervento è andato benissimo e Alphonce ha iniziato un percorso di convalescenza più che soddisfacente, tanto che già nel settembre 2014 la zia Rosimina ha fatto rientro in Tanzania, affidando Alphonce, ancora minorenne, alla tutela del nostro Arcivescovo (di Agrigento) ed alle cure di un gruppo di volontari agrigentini.

Da settembre 2014 a dicembre 2015, Alphonce, accolto come ospite al Seminario di Agrigento ed accompagnato da un gruppo di volontari, ha imparato a gestire la sua terapia ordinaria ed a monitorare il suo INR, da cui dipende la somministrazione del Coumadin.

Per impiegare il tempo, inoltre, per qualche mese ha frequentato con profitto la seconda classe di una scuola media di Agrigento e sostenuto da esterno gli esami di licenza con ottimi risultati.

Nel corso dell’estate ha frequentato la scuola guida  e conseguito la patente di guida (a marzo ’15 è diventato maggiorenne), che potrà convertire per permesso di guida nel suo paese.

Nell’agosto ’15 è arrivata la notizia ufficiale che le sue condizioni cardiache erano oramai stabilizzate e avrebbero consentito il suo rientro in patria, per cui ci siamo attivati per trovargli una location che risponda alle indicazioni stabilite prima dell’intervento.

Alphonce intende continuare a studiare (e questa è una fortuna, dal momento che il suo cuore non gli permetterebbe di fare un lavoro pesante o di fatica), ma ovviamente non è più pensabile affidarlo alle cure della sua famiglia sia perchè vivono in un villaggio isolato dell’entroterra – mentre Alphonce deve restare a stretto contatto con un grosso centro dotato di un buon ospedale (sia pure africano) – ed inoltre i suoi non sono economicamente in grado di mantenerlo.

Da subito prima di Natale ’15, Alphonce si è trasferito a Mwanza una  città nel nord della Tanzania, dove c’è un grosso ospedale con un buon centro di cardiologia e la presenza di un nostro ex volontario (attualmente impegnato in un progetto locale) che sarà un punto di riferimento per Alphonce e un referente per noi.

Grazie alla collaborazione di Augusto, abbiamo provveduto alla individuazione di una scuola secondaria, dove Alphonce ha sostenuto (e superato) a gennaio ’16 gli esami di ammissione, e di una famiglia, che dietro pagamento di un piccolo compenso assicurerà ad Alphonce vitto e alloggio.

Contemporaneamente, la Fondazione Mondoaltro, il braccio operativo della Caritas di Agrigento (www.caritasagrigento.it), ha avviato una sottoscrizione per mettere insieme la somma necessaria (circa 10.000,00 € in sei anni) per provvedere al pagamento dell’iscrizione a scuola e delle tasse scolastiche, alla sistemazione abitativa, nonchè alle spese mediche (farmaci e controlli medici periodici) e personali.

Ad oggi Alphonce sta benissimo, si è ripreso da un attacco di malaria che lo colpito appena rimesso piede in patria (dopo il lungo periodo trascorso tra i “bianchi” il suo sistema immunitario si era dimenticato come ci si protegge dalla malaria) ed è molto contento della sua nuova vita.