lug 26 2015
Appuntamenti in TV
DA NON PERDERE QUESTA SETTIMANA DUE IMPORTANTI APPUNTAMENTI TELEVISIVI IN CUI SARA’ PRESENTE IL CENTRO ASTALLI PALERMO:
Martedì 28 luglio alle 21:15 su RAITRE – 47 35 PARALLELO ITALIA
E
Sabato 1 agosto alle 17:10 su RAIUNO – A SUA IMMAGINE
POTRETE SEGUIRE I PROGRAMMI IN DIRETTA O RIVEDERLI IN STREAMING SUL SITO RAI.TV
lug 25 2015
La fuga e poi il lavoro “Così è cominciata la nostra nuova vita”
Ci sono migranti che con un permesso di soggiorno in tasca sono riusciti a cambiare la loro vita. Sono arrivati in città dopo un viaggio di fortuna nel Mediterraneo e adesso con un lavoro possono davvero guardare avanti. Come Fatima, marocchina di 30 anni, due figli, ospite al centro Astalli che fa parte della rete Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati di Palermo.
Dopo un tirocinio di quattro mesi ha firmato un contratto come addetta alle pulizie con un hotel del centro città. Tutto grazie al progetto delle borse-lavoro del centro Astalli che ha già dato un’occupazione a una decina di giovani rifugiati. «Ci sono dei fondi destinati a questa finalità — dice Alfonso Cinquemani, presidente dell’Astalli — cerchiamo di attivare più borse possibili per dare a tutti un’opportunità». E i migranti sono davvero entusiasti.
«Sono davvero felice — dice la ragazza marocchina — Mi sembra di voltare pagina. Per quelli come me che hanno dovuto lottare anche per ottenere i documenti, trovare un lavoro dignitoso è una vera fortuna».
Come Fatima c’è anche Dumal, 26 anni del Senegal. Anche lui ha firmato un contratto, questa volta con una delle sedi romane del Burger King. È scappato dal suo Paese d’origine e ha perso i contatti con la sua famiglia. La sua vita adesso è in Italia.
C’è un altro ragazzo del Gambia che ha appena concluso il tirocinio al supermercato Marotta di corso Tukory. Il progetto delle borse-lavoro del centro Astalli andrà avanti per tutta l’estate. Basta essere in possesso del permesso di soggiorno. Sette sono già state attivate con grande successo e altre partiranno nei prossimi giorni. «Abbiamo pianificato un percorso ad hoc per i nostri ospiti — dice Rosalia Lanza, del centro Astalli — Devo dire che da parte loro c’è stata grande motivazione. L’obiettivo è renderli autonomi una volta ottenuto il permesso di soggiorno, in modo da potersi affrancare dal centro con un’indipendenza economica».
c.b.
lug 18 2015
La fratellanza nella diversità: le celebrazioni di fine Ramadan a Palermo
«Eid Mubarak». È l’augurio che chiude il mese del Ramadan. Eid El-Fitr, l’Eid piccolo, la festa che segna la fine del mese più sacro del calendario islamico, rappresenta la seconda celebrazione più importante per i musulmani di tutto il mondo. Vivere in un paese straniero significa stare in un posto che non ha atmosfera di festa quando, invece, per te lo è, significa trovare dei luoghi di condivisione in cui poter celebrare quella che per te è un ricorrenza importate e ricreare i sapori gli odori e le atmosfere di casa. La fratellanza nella differenza, uniti ma diversi, il Ramadan ogni anno unisce nella preghiera, nel digiuno, nella meditazione e nell’autodisciplina, i musulmani di tutto il mondo. A Palermo è presente una consistente comunità musulmana, di cui si contano provenienze soprattutto da Marocco, Tunisia, Egitto, Senegal, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Mali, Ghana. E se l’osservanza dei principi è uguale per tutti, ogni comunità festeggia a modo proprio. In 3.000 si sono recati al Foro Italico per la preghiera che chiude il Ramadan. Gli uomini in thawb, la tipica tunica candida, inginocchiati sulle stole. Dalla strada sembrano un mare bianco che precede quello azzurro. Alla preghiera hanno partecipato anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l’assessore comunale alla partecipazione, Giusto Catania, e il presidente della consulta delle culture, Adham Darwasha. Ma la festa grande è la sera quando i musulmani si incontrano con amici e parenti per condividere insieme la fine del Ramadan e l’inizio dello Shawwal, il decimo mese del calendario lunare islamico. Ci si incontra per recitare insieme i Tarawih, la preghiera che i musulmani recitano un’ora e mezza dopo il tramonto e poco prima dell’alba durante tutto il mese del Ramadan. Poi si condivide l’iftar, il pasto serale, fatto dai piatti tipici della propria regione.
Per celebrare l’Eid El-Fitr, i bengalesi invitano a casa propria amici e parenti. Per le donne è l’occasione di sfoggiare vestiti nuovi e coloratissimi, le mani decorate di henné rosso che fa risaltare l’oro di tutti bracciali che portano sulle braccia; sugli occhi ombretti colorati e eyeliner che esalta la forma allungata dell’occhio. Per ricreare le atmosfere di casa si cucinano piatti tipici bengalesi come il Panta Ilish, a base di riso e pesce. Dopo cena si intonano i canti islamici.
Anche i tunisini condividono la festa di fine Ramadan con amici, parenti e vicini più stretti, non solo tunisini ma anche palermitani. Per l’occasione si prepara il kosksi bel 3osban, il tipico cous-cous tunisino che in occasione dell’Eid si prepara solo con l’agnello. Insieme agli amici si mangiano i maqroud, tipici dolci tunisini originari della zona di Kerouan e i datteri, sempre in numero dispari, come faceva il profeta Maometto.
La comunità Maliana di Palermo, invece, si è riunita a casa dell’esponente più anziano per pregare insieme e condividere l’iftar.
Molti altri musulmani a Palermo non sono riusciti a trovare un luogo per poter festeggiare insieme l’Eid El-Fitr. La mancanza di spazi comuni dove organizzare le principali celebrazioni della propria cultura è un fatto comune a molte comunità di immigrati in città. Accogliere, integrare, significa anche creare degli spazi di riunione, condivisione e scambio interculturale. Sono proprio le occasioni delle celebrazioni di una cultura che non è la nostra che ci suggeriscono quanta strada e quanto lavoro c’è da fare ancora in questo senso.
By Gaia Garofalo • News •
lug 9 2015
Una LIM per il Centro Astalli. Il dono del Corpo Consolare di Palermo
È stata inaugurata questa mattina al Centro Astalli Palermo la nuova LIM (lavagna interattiva multimediale) donata dal Corpo Consolare al centro di accoglienza per immigrati. «Fino a qualche giorno fa avere uno strumento del genere era solo un sogno – ha detto il presidente del Centro Astalli Palermo Alfonso Cinquemani – Grazie al gesto dei consoli è diventato una realtà concreta che ci permetterà di svolgere diverse attività di formazione e socializzazione sia per i nostri utenti, rifugiati e richiedenti asilo, che per gli studenti delle scuole che vengono a trovarci». Si tratta di uno strumento che unisce la tradizionale lavagna, a tutti familiare, alle nuove tecniche di insegnamento e apprendimento attraverso l’utilizzo di materiale multimediale che hanno la capacità di rendere più attraente e dinamico il lavoro in aula.
All’inaugurazione hanno partecipato una rappresentanza del Corpo Consolare di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando, il presidente della Consulta delle Culture Adham Darawsha e due rappresentati della “Siculiana” Servizi per la Scuola, fornitori e promotori di corsi di formazione sull’utilizzo della LIM. L’evento di questa mattina è stato anche un’occasione di confronto su temi importanti come accoglienza, integrazione, le stragi nel Mediterraneo, il permesso di soggiorno fino alla Carta di Palermo. «Fra qualche anno saremo ricordati per avere causato il genocidio nel Mediterraneo – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – la Carta di Palermo e l’accoglienza che fa questa città sono tentativi di porre fine a tutto questo. La mia presenza qui oggi è un doppio segnale di apprezzamento, sia per il gesto del Corpo Consolare, sia per l’attività che quotidianamente il Centro Astalli svolge con i migranti». «Ho apprezzato molto il gesto dei consoli perché è stato un gesto spontaneo, senza un obbligo imposto – ha affermato Adham Darawsha presidente della Consulta delle Culture – occasioni di confronto come quella di oggi rappresentano un canale di dialogo con le istituzioni di cui la Consulta delle Culture si è sempre fatta promotrice. Interazioni come questa sono molto importanti perché, ad esempio, dall’interazione con il Comune, sono nate tante importanti iniziative, tra cui la Carta di Palermo, con cui si cerca di porre fine alla violenza del permesso di soggiorno e si potrà affermare, un giorno, che questa città ha fatto di tutto per porre fine alle stragi nel Mediterraneo».
Una tecnologia, quella della LIM, che unisce tradizione e innovazione, informazione e condivisione e che può fornire nuovi spunti di riflessione sul lavoro ancora da svolgere sui temi di formazione, integrazione e creazione di capacità nel percorso verso l’autonomia.
By Gaia Garofalo • News •
lug 6 2015
Il Carnevale ivoriano a Palermo: i colori della tradizione e dell’integrazione
Dalla Costa D’Avorio a Palermo, il carnevale Baoulé ha riempito di colori, musica e gioia i cantieri culturali della Zisa. Donne, uomini e bambini vestiti con i costumi tradizionali, per celebrare una festa che arriva da lontano e che narra la storia di un popolo. «In Costa d’Avorio i festeggiamenti durano una settimana. Qui non abbiamo tutto questo tempo per festeggiare ma abbiamo provato, in una giornata, a raccontarvi cosa è per noi questa importante festa» ha spiegato il rappresentate della comunità Baoulé. Secondo la tradizione orale i Baoulé erano originariamente dei profughi dal Ghana che raggiunsero la Costa D’Avorio nel XVII secolo. Oggi rappresentano il 23% della popolazione ivoriana (circa 3.000.000 di persone). L’evento è stato organizzato dalla comunità Baoulé in collaborazione con l’UN.I.S. (Union des Ivoriens en Sicile) e il consolato ivoriano. Per l’occasione sono stati invitati tutti i rappresentanti dei vari gruppi etnici ivoriani e soprattutto i primi migranti arrivati in Italia negli anni Novanta. «Questa è una grande festa multietnica – ci racconta il presidente dell’UN.I.S. Lucien Aka Kouamé – abbiamo scelto di avere due presentatori, uno italiano e uno ivoriano e poi di ospitare musicisti palermitani. Insieme suoniamo musiche tradizionali ivoriane e musiche tradizionali italiane. Questo è il nostro modo di rappresentare la nostra integrazione. L’Italia è la terra che ci ha accolti». I festeggiamenti sono stati aperti con la musica tradizionale Baoulé suonata però da un gruppo di musicisti palermitani. La musica ha annunciato l’uscita della regina, accompagnata da un corteo di danzatori e da spettacoli di fuoco. I corpi, avvolti nei coloratissimi kità[1], si muovevano a ritmo delle percussioni, e in sottofondo l’urlo, che sembrava quello di battaglia, delle donne dal pubblico. Gli ivoriani regalano così a Palermo un pezzo importante della loro esistenza. E alla fine della festa Mel, un ragazzo ivoriano, ci dice «Grazie per essere venuti, per avere sposato la nostra causa, per avere condiviso la nostra tradizione, per aver portato altra gente con voi e avere fatto conoscere un pezzo della nostra cultura».
[1] Vestito tradizionale realizzato a telaio con omonimo tessuto tipicamente ivoriano
By Gaia Garofalo • Eventi •
ago 2 2015
“A sua immagine”
Il Centro Astalli di Palermo: video estratto dal programma televisivo “A SUA IMMAGINE” andato in onda su Raiuno l’1 agosto 2015.
By admin • News •