set 11 2015
“Migranti in Europa: problema o risorsa?”. Il primo incontro dell’Istituto Arrupe in collaborazione con il Centro Astalli Palermo
L’Istituto di Alta Formazione Politica “Pedro Arrupe” ha ospitato l’incontro “Migranti in Europa: problema o risorsa?”. Tra i relatori, Maurizio Ambrosini docente di Sociologia delle Migrazioni e Sociologia Urbana all’Università degli Studi di Milano, e Chiara Peri responsabile della progettazione e addetta alle relazioni internazionali e al dialogo interreligioso presso il Centro Astalli di Roma, istituzione con cui l’istituto Arrupe è da anni in stretta collaborazione. L’incontro, introdotto da Nicoletta Purpura, direttrice dell’Istituto, ha previsto un momento di seminario durante il quale sono stati affrontati diversi temi riguardanti le migrazioni, con particolare attenzione all’analisi critica dell’agenda Juncker e degli ultimi fatti di cronaca riguardanti l’apertura delle frontiere europee ai profughi siriani. La presenza dei due relatori ha permesso di analizzare con pensiero critico anche la situazione dell’accoglienza in Italia, ripercorrendo le più importanti tappe che hanno portato alla legislazione odierna e, su questa base, cosa ci si aspetta dal futuro e quali proposte si possono avanzare per migliorare ciò che fino ad ora non è andato. All’incontro prettamente seminariale sono seguiti quattro gruppi di lavoro, riguardanti alcuni aspetti salienti del fenomeno migratorio in Italia e in Europa: il modello di accoglienza SPRAR, l’integrazione delle seconde generazioni di migranti e il ruolo della scuola e della famiglia, l’emergenza abitativa dei migranti, e la cooperazione imprenditoriale tra italiani e stranieri. I partecipanti ai vari gruppi si sono confrontati sugli argomenti attraverso le linee guida dettate dai moderatori ed hanno provato a trovare una risposta agli interrogativi e ai problemi che sono emersi durante i confronti. Le diverse esperienze dei partecipanti, che operano nel terzo settore e nello specifico sono a contatto a diverso livello con migranti, rifugiati e richiedenti asilo, ha permesso di affrontare il fenomeno da diverse prospettive, ha garantito una ricchezza sia negli interrogativi posti sia nelle possibili soluzioni da applicare nel concreto. Alla fine i gruppi hanno restituito in plenaria il risultato del lavoro svolto insieme. Quello di oggi è stato solo l’incontro di apertura di un ciclo di seminari che si svolgeranno presso l’istituto Arrupe sui temi della migrazione, dell’accoglienza, del diritto d’asilo, della normativa e dell’intervento europeo, con lo scopo di fare corretta informazione e fornire strumenti di azione concreta a chi opera nel settore e non solo. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Istituto di Alta Formazione Politica, in particolare attraverso il suo Osservatorio per le Migrazioni, insieme al Centro Astalli Palermo che con il lavoro che quotidianamente svolge con i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo, «con i piedi ben sprofondati nel fango e le mani ben conficcate nella carne», fornisce preziose informazioni e spunti sempre nuovi di riflessione.
By Gaia Garofalo • News •
set 11 2015
La Marcia degli scalzi a Palermo. «Perché accogliere è l’unica via per restare umani»
Scalzi. Come chi viaggia per mesi, attraversa terre e confini, divora i chilometri per lasciarsi alle spalle tutto l’orrore, con un bagaglio pieno di speranza e progetti di vita. E non c’è nessun muro che li possa fermare, né quelli di ferro a difesa dei confini né il filo spinato ancor più tagliente dell’indifferenza, dei pregiudizi, dell’astio e della paura dell’altro. Sono queste le prime barriere che devono essere abbattute e il primo colpo, ben piazzato, lo ha sferrato ieri la città di Palermo, la prima città d’Italia ad aprire la “Marcia degli scalzi”, a sostegno di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. I giornalisti hanno contato circa cinque mila presenze. Chi era presente molte meno. Ma per una volta i numeri non sono stati importanti, così come il nome, il titolo, la nazionalità, il colore della pelle. Il Centro Astalli Palermo era presente, senza striscioni né simboli, perché per una volta nemmeno l’appartenenza contava, fermamente convinti che quando si parla di diritti fondamentali l’unica cosa veramente importante sia essere uniti nel credere che il rispetto e la dignità della persona umana vadano messi al primo posto. La marcia è iniziata davanti il Teatro Massimo, simbolo della Cultura, di qualcosa che per definizione non esclude, che fa della diversità una ricchezza, simbolo di un’identità siciliana di cui il patrimonio culturale, sociale e umano dei migranti rappresenta una componente fondamentale. Poi verso via Ruggero Settimo, via Emerico Amari, l’incrocio con via Roma e via Crispi e la gente che si fermava a guardare tutti quei piedi nudi sull’asfalto. Fino ad arrivare al porto di Palermo, l’approdo di chi, dopo estenuanti viaggi, tocca la terra della propria speranza. E vicino tutti quei piedi nudi un foglio con oltre 20.000 nomi, 20.000 vite spezzate dal mare, accanto a quelle che invece un nome non l’hanno perché si sono spente troppo lontano dagli occhi dell’Occidente. 20.000 morti a ricordarci che dietro l’apertura delle frontiere dell’Europa che ci racconta la cronaca degli ultimi giorni, hanno peso la vita migliaia di uomini, donne e bambini, che ancora non sono stati previsti canali sicuri di ingresso, che manca una politica europea dell’asilo, che «accogliere è l’unica via per restare umani», che i profughi non sono solo quote da ripartire equamente tra i vari paesi, ma prima di essere migranti, rifugiati, richiedenti asilo sono persone umane. La marcia si è conclusa con la danza della pace e con la lettura di alcune testimonianze di chi, purtroppo, non ce l’ha fatta. «Che ritorni la pace e l’allegria. Questa terra è la vostra ed è anche la mia»
By Gaia Garofalo • News •
set 5 2015
I rifugiati in cammino abbattono il “Muro di Dublino”. Il commento del Centro Astalli
“La colonna di bambini, donne e uomini nel cuore dell’Europa sono quel canale umano che con caparbietà i siriani hanno costruito per sopperire alla mancanza di canali umanitari. La forza di questa gente dà a tutti noi una lezione di civiltà”. Così P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli commenta la decisione di Austria e Germania di aprire le frontiere e accogliere i migranti in cammino dall’Unhgeria.
Oggi assistiamo alla caduta del cosiddetto ”muro di Dublino”, grazie alla volontà e alla determinazione di un popolo in cammino per ottenere quanto viene chiesto incessantemente da anni a un’Europa sorda: pace e libertà.
L’Europa centrale in queste ore sta vivendo la medesima situazione che da anni ormai Italia, Spagna e Grecia si trovano ad affrontare riguardo agli arrivi di migranti forzati da paesi come Eritrea, Somalia, Nigeria dove conflitti atroci, terrorismo e persecuzioni, troppo spesso trascurati dal racconto mediatico, costringono le persone alla fuga.
Il Centro Astalli esorta le istituzioni nazionali ed europee a rendere strutturali e attivi sul lungo periodo canali umanitari sicuri.
Chiede inoltre la sospensione definitiva della Convenzione di Dublino e l’istituzione al suo posto di meccanismi di quote permanenti per un’equa distribuzione dei rifugiati tra tutti gli Stati membri e visti umanitari europei.
Invita inoltre la società civile a trasformare l’emotività e la commozione di questi giorni in atteggiamenti costrutti e fattivi per un’accoglienza nei territori che sia dignitosa e rispettosa dei diritti dei rifugiati.
By Gaia Garofalo • News •
set 1 2015
Garanzia Giovani: corsi di formazione per ragazzi tra i 18 e i 29 anni
Locandine
By Gaia Garofalo • News •
ago 31 2015
Migranti in Europa: problema o risorsa? Seminario 11 settembre, scarica la scheda di iscrizione!
Le politiche dell’immigrazione fanno ormai parte delle agende politiche dei governi di tutto il mondo, Europa compresa. Ma siamo sicuri che la strada sin qui perseguita sia quella più efficace? E’ possibile pensare ad un modello alternativo alla chiusura delle frontiere, da un lato, ma anche ad un multiculturalismo acritico tout court, dall’altro?
A queste ed altre domande si tenterà di fornire una risposta nel corso del seminario dal titolo “Gli immigrati nel contesto dell’Unione Europea: evoluzione e prospettive” organizzato dall’Istituto Arrupe, attraverso il suo Osservatorio Migrazioni, venerdì 11 settembre 2015 a partire dalle ore 8.30.
L’incontro, introdotto da Nicoletta Purpura, direttore dell’Istituto Arrupe, nasce dalla collaborazione con il Centro Educativo Ignaziano (CEI) e il Centro Astalli Palermo, con il patrocinio del Jesuit Social Network (JSN) e del Jesuit Refugee Service Italia (JRS) e grazie al sostegno della Fondazione Generali.
Due le relazioni principali tenute, rispettivamente, da Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dei processi migratori e sociologia urbana presso l’Università degli Studi di Milano, e Chiara Peri, coordinatrice della progettazione, addetta alle relazioni internazionali e ai programmi di dialogo interreligioso presso l’Associazione Centro Astalli di Roma. Spazio anche ad una partecipazione attiva per chi prenderà parte al seminario: verranno, infatti, creati gruppi di lavoro che affronteranno alcuni temi specifici per proporre spunti di riflessione e azione concreta
Il seminario, la cui partecipazione è gratuita, è rivolto a ricercatori, operatori sociali, studenti, Istituzioni pubbliche, Organizzazioni del terzo settore. Si chiede di compilare un’iscrizione previa attraverso la PRESENTE SCHEDA da rinviare entro e non oltre il 9 settembre 2015.
Per la brochure e la scheda di iscrizione: www.istitutoarrupe.it
set 15 2015
Nota alla stampa: Per il Centro Astalli l’UE torna ad eludere la domanda principale: oggi chi scappa dalla guerra come può arrivare legalmente a chiedere asilo in Europa?
Abbiamo intravisto nelle parole del presidente Juncker della scorsa settimana un nuovo volto di un’Europa finalmente solidale e accogliente.
“Oggi ci troviamo a constatare che le persone continueranno a morire in viaggi che sono gestiti esclusivamente da trafficanti.
Dopo l’ennesimo vertice ci sembra di ritornare al punto di partenza e ci troviamo ancora una volta a porre la domanda di sempre sulla principale questione da affrontare: quali vie legali per chiedere asilo in Europa? Oggi chi scappa da guerre e persecuzioni e legittimamente vuole esercitare il suo diritto a chiedere protezione negli stati dell’UE non ha alternative al traffico di esseri umani” è il commento di p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli.
Prima delle quote, prima dei programmi di rimpatrio, prima degli hot spot con relative inaccettabili misure di detenzione e coercizione nei confronti dei migranti è necessario stabilire immediatamente canali umanitari sicuri che evitino la morte di altri innocenti.
“Visti umanitari per chi scappa dalla guerra, humanitarian desk nei Paesi di transito, ampi programmi di resettlement: sono molte le proposte formulate negli anni dagli enti di tutela. Si inizino sperimentazioni serie e su numeri adeguati alla realtà dei flussi migratori. A questo livello vanno investite energie e risorse. È in questa direzione che vanno concentrati gli sforzi”, continua Ripamonti che conclude ricordando l’ultimo naufragio.
“Domenica alla vigilia del vertice sono morte 38 persone al largo della Grecia. Tra loro 15 bambini di cui 4 neonati. Il risultato dell’incontro europeo offende la memoria di quelle vittime e di tutti coloro che ogni giorno perdono la vita nel tentativo di vivere in pace in Europa”.
Ufficio stampa Centro Astalli
Donatella Parisi 06 69925099 – d.parisi@fondazioneastalli.it
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